La psicoterapia si pone, come obiettivo primario, di intervenire su ciò che fa soffrire un soggetto – quello che chiamiamo sintomo – modificandolo, riducendolo, intervenendo su schemi ripetitivi e che creano disagio.
La psicoterapia ad orientamento psicoanalitico parte però dal presupposto che un sintomo non è solo qualcosa di “disfunzionale” da eliminare, ma un messaggio da decifrare, e che il soggetto può – nell’incontro con lo psicoterapeuta – comprendere e risignificare. Prestando ascolto alla parola del soggetto, all’interno di una relazione, la cura si muove dunque nella direzione di quello che il sintomo segnala all’interno della storia personale e di legame di chi ci viene ad incontrare.
La psicoterapia psicoanalitica non vuole dunque mettere puramente a tacere il sintomo, come cercano di fare i farmaci o certe psicoterapie basata sulla rieducazione a comportamenti “adattivi”, perché il sintomo è una soluzione, nonché un messaggio all’Altro, il cui senso va inserito nella storia del soggetto e delle sue relazioni.
Non è, in sintesi, a guidarci, una logica “ortopedica”, che si propone di riaggiustare qualcosa che non funziona più a dovere, o di far apprendere condotte standard e “normali”. Il nostro faro è l’etica, ovvero il rispetto di ogni soggettività in gioco, e la psicoterapia psicoanalitica si propone piuttosto di riattivare la specifica competenza del soggetto grazie alla relazione, al legame.
Per rimettere in gioco questa competenza non ci sono formule standard, né è sufficiente applicare semplicemente dei protocolli.
La teoria freudiana e la pratica della psicoanalisi ci dicono però che si possono creare, nella relazione di cura, le condizioni affinché il soggetto possa uscire dalla “fissazione” al sintomo, che è segno tipico di ogni psicopatologia, e quindi trarre benefici diretti, in termini di benessere soggettivo, dal percorso psicoterapeutico.
La formazione psicoanalitica, sia nella pratica individuale sia in quella di gruppo (lo psicodramma freudiano), consentono di orientare la cura affinché il soggetto possa, attraverso la parola e/o il gioco psicodrammatico, lasciar comparire altri pensieri rispetto a quelle “teorie” personali che, in realtà, sono la vera causa della sofferenza psicopatologica che porta le persone a cercare un aiuto.